I Solisti di Pavia ed Enrico Dindo aprono la stagione cameristica il 18 gennaio al Teatro Miela di Trieste. L’evento di mercoledì 18 gennaio, che vedrà protagonista il grande violoncellista Enrico Dindo insieme all’Orchestra I Solisti di Pavia: una serata dedicata a Maestri della scrittura musicale per la voce solistica del violoncello in dialogo con gli archi.
Un programma, dunque, che si basa sulla capacità solistica di Enrico Dindo e che si aprirà con pagine di Max Bruch, Kol Nidrei per violoncello e archi, il noto Adagio composto nel 1881 su melodie ebraiche e qui proposto nella riduzione di Enrico Dindo, e proseguirà con il Concertino per violoncello e archi op.43 del russo-polacco Mieczysław Weinberg che ha speso grande impegno per questo repertorio e ci ha consegnato una partitura articolata in quattro movimenti, di carattere meditativo e di ombrosa tensione.
Quindi, sul filo rosso della ariosa cantabilità ecco la Romanza per violoncello e archi di Richard Strauss nella trascrizione di Enrico Dindo, impostata in un solo movimento secondo uno stile melodico preciso e suadente, che ruota intorno alla voce calda e penetrante del violoncello; e ancora, sempre nella riorchestrazione di Enrico Dindo, ascolteremo il Quatuor pour la fin du temps di Olivier Messiaen: una musica composta durante la segregazione dell’autore nel campo di concentramento di Görlitz, in Slesia, scritta nella serata del 15 gennaio 1941 mentre la temperatura esterna oscillava attorno ai 15 gradi sotto zero. Note composte, spiegò poi Messiaen, “per i musicisti e gli strumenti che avevo, per così dire, sotto mano, ovvero pianoforte, violino, violoncello, clarinetto”.nella baracca 27 B, per un pubblico formato da cinquemila compagni di prigionia.
Gran finale con la Serenata per archi in do maggiore op.14 n.2 di Robert Fuchs, una pagina tanto rara quanto intensa e vibrante.